Home People and Society Abbattere le barriere attraverso il contatto sociale

Abbattere le barriere attraverso il contatto sociale

by Rossella Guido
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L’etnocentrismo è l’idea che il gruppo a cui si appartiene sia superiore ad altri gruppi sociali; quando due gruppi condividono la stessa prospettiva, il risultato più probabile è il conflitto e la lotta per il dominio o il potere sociale.

Il contatto è della massima importanza per ridurre i pregiudizi e promuovere una società più tollerante e integrata ed in quanto tale è un primo esempio delle applicazioni della vita reale che la sociologia può offrire al mondo.

L’ipotesi di contatto inter-gruppo è stata proposta per la prima volta da Gordon Allport nel 1954, in un bellissimo studio relativo alla natura del pregiudizio, che suggerì che gli effetti positivi del contatto tra gruppi si verificano in situazioni di contatto caratterizzate da quattro condizioni chiave: stato di parità, cooperazione tra gruppi, obiettivi comuni e supporto da parte delle autorità sociali e istituzionali.

Sono stati proposti molteplici meccanismi per spiegare come il contatto riduca i pregiudizi ed in che modo imparando a conoscere l’altro si possa cambiare il proprio comportamento per aprirsi a potenziali esperienze positive nei suoi confronti, attraverso la creazione di legami affettivi ed amicizie.

Un meccanismo di mediazione particolarmente importante (cioè i meccanismi ed i processi attraverso i quali il contatto raggiunge il suo effetto) è quello delle emozioni, con prove che suggeriscono che il contatto lavori per ridurre i pregiudizi diminuendo gli effetti negativi come l’ansia e la paura ed inducendo effetti positivi come l’empatia.

Se ci sentiamo a nostro agio e non siamo ansiosi, il contatto sociale avrà molto più successo.

Talvolta i contatti positivi tra i membri di gruppi sociali diversi sono incredibilmente difficili, se non impossibili.

In quanto tale, i recenti studi sul ruolo del contatto inter-gruppo nel ridurre i pregiudizi si sono allontanati dall’idea che il contatto debba necessariamente includere il contatto diretto (faccia a faccia) tra i membri del gruppo e include invece la nozione di contatto indiretto (ad es. contatto immaginato, o conoscenza del contatto tra gli altri), ad esempio, Shiappa, Gregg, & Hewes nel 2005 mostrano prove che suggeriscono che solo guardando gli spettacoli televisivi che ritraggono il contatto tra gruppi si possano raggiungere livelli inferiori di pregiudizio.

Criticità

Una volta che il contatto è stato costruito la criticità della letteratura esistente è l’assenza di studi su come il contatto tra gruppi possa influire realmente sui cambiamenti della società, ad esempio, Jackman e Crane hanno dimostrato che il contatto positivo con gruppi di etnia afroamericana abbia migliorato le reazioni affettive, ma senza modificare l’atteggiamento dei membri bianchi nei confronti della politica nella lotta alla disuguaglianza negli alloggi, nell’occupazione e nell’istruzione.

Il contatto positivo può avere l’effetto non intenzionale di ingannare i membri dei gruppi svantaggiati nella convinzione che la disuguaglianza verrà affrontata, lasciando così le differenze di condizione intatte.

Che fare dunque? 

Il contatto, ha dimostrato di essere uno strumento della massima importanza nella riduzione del pregiudizio e nella promozione di atteggiamenti inter-gruppi più positivi.

Continuare a perseverare in pratiche dove il contatto sia previsto, a livello politico, di conoscenza, di solidarietà è la strada maestra da percorrere per ogni individuo che voglia andare oltre il normale stereotipo proposto dal proprio gruppo di riferimento.

Keep in touch 🙂

Se vuoi approfondire:

Allport, Gordon W. 1954. The Nature of Prejudice. Reading, MA: Addison Wesley.

Jackman, M.R., & Crane, M. (1986). “Some of my best friends are black…”: interracial friendship and whites’ racial attitudes. Public Opinion Quarterly 50, pp. 459–86

Dovidio, J. F., Glick, P. E., & Rudman, L. A. 2005. On The Nature of Prejudice: Fifty years after Allport. Malden, MA: Blackwell Publishing.

Schiappa, E., Gregg, P. B., & Hewes, D. E. (2006). Can One TV Show Make a Difference? Will & Grace and the Parasocial Contact Hypothesis. Journal of Homosexuality, 51 (4), 15-37.

Turner, R. N., Crisp, R. J., & Lambert, E. (2007). Imagining intergroup contact can improve intergroup attitudes. Group Processes and Intergroup Relations, 10, 427-441.

Tausch, N., & Hewstone, M. (2010). Intergroup contact and prejudice. In J. F. Dovidio, M. Hewstone, P. Glick, & V. M. Esses (Eds.), The Sage handbook of prejudice, stereotyping, and discrimination (pp. 544–560). Newburg Park, CA: Sage

Hewstone, M., & Swart, H. (2011). Fifty-odd years of inter-group contact: From hypothesis to integrated theory. British Journal of Social Psychology, 50 (3), 374-386.

 

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