Educazione finanziaria come strumento della sostenibilità – intervista a Giovanna Boggio Robutti – Direttore generale FEduF Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio
L’Italia si colloca al 13° posto, su una lista di 20 Paesi (di cui 13 Ocse e 7 non-Ocse), per alfabetizzazione finanziaria dei suoi studenti della scuola secondaria con un punteggio medio di 476 contro una media Ocse di 505.
Tra le conseguenze di una scarsa educazione finanziaria si possono annoverare l’indebitamento e il rischio di impoverimento nei momenti in cui si verificano imprevisti o recessioni.
In questa intervista a Giovanna Boggio Robutti – Direttore generale FEduF Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio approfondiremo il punto di partenza per migliorare la propria educazione finanziaria e come prendere scelte consapevoli, in grado di migliorare la propria situazione economica.
00:00:00 Giovanna dagli obiettivi dell’Agenda 2030 all’economia civile, dalla riduzione degli sprechi al risparmio, dall’economia circolare alla finanza etica, da anni lei è impegnata nella diffusione e valorizzazione delle iniziative a favore di una maggiore consapevolezza degli strumenti finanziari. Perché è importante l’educazione finanziaria?
In questo particolare momento storico stiamo assistendo a un allargamento della platea di potenziali utenti dei servizi finanziari, in particolare a quelli più giovani e questo rende quantomai necessaria l’educazione finanziaria, poiché la sola disponibilità e l’accesso agli strumenti non sono sufficienti a garantirne un uso consapevole. Prendiamo ad esempio il caso dei pagamenti digitali: in questi mesi l’Italia, il Paese europeo che era più restio all’adozione sistematica di carte digitali, sta affrontando proprio quel cambiamento di paradigma che tanto faticosamente si stava tentando di promuovere anche prima della pandemia. In questo contesto di grande cambiamento nelle abitudini degli italiani, è tanto più importante fornire gli strumenti corretti per comprendere il futuro dei pagamenti e per affrontarlo con consapevolezza. La cultura finanziaria di base è infatti un elemento cruciale della cittadinanza attiva, essendo la finanza stessa un servizio basilare per il cittadino, per il consumatore: chi non vi accede, resta escluso. La finanza, infatti, può diventare un moltiplicatore di esclusione, anziché d’inclusione, laddove venga intesa come il sinonimo di un mero ricavo di profitto dal risparmio. Diffondere l’educazione finanziaria presso la popolazione, tuttavia, non è impresa facile perché gli argomenti che le sono propri vengono percepiti come complessi e inarrivabili dalla maggior parte delle persone.
00:01:38 A che punto siamo in Italia con l’alfabetizzazione finanziaria? Ci può raccontare qualche iniziativa in questa direzione?
Stiamo assistendo ad un lento ma costante miglioramento anche se l’ultimo rapporto IACOFI (Banca d’Italia) testimonia come esistano ancora ampie fasce della popolazione che pur non avendo un livello di competenze adeguato gestiscono quotidianamente l’economia familiare: considerando sia gli esclusi sia gli incompetenti, si tratta di circa 8 milioni di adulti. Vi sono notevoli differenze, ad esempio in funzione dell’età anagrafica, dove l’alfabetizzazione finanziaria è più elevata tra i 35 e i 44 anni, mentre è bassa nelle persone con meno di 35 anni. O ancora in funzione della localizzazione geografica e della variabile di genere dove l’alfabetizzazione degli uomini si conferma più elevata rispetto a quelle delle donne e lo stesso risultato si consegue per i residenti nel Centro-Nord rispetto a quelli del Mezzogiorno. Nell’ambito delle attività di divulgazione e di educazione proposte dalla FEduF, uno dei temi che trova maggior riscontro e interesse è quello del denaro digitale e della sicurezza online.
Nel 2020 la FEduF ha realizzato, in collaborazione con Nexi, Pay Like a Ninja un programma rivolto alle scuole secondarie di II grado, ossia per i ragazzi dai 14 anni in su. Il programma affronta diversi argomenti di stretta attualità, dalle carte di pagamento alle criptovalute, dalla sicurezza delle transazioni online all’e-commerce, dalle app di gestione e pagamento al gioco d’azzardo online per prevenire questo uso digitale del denaro poco responsabile da parte dei giovanissimi in continua espansione. Dal suo avvio oltre 6.500 studenti hanno partecipato a questi incontri dialogando con gli esperti delle banche che hanno preso parte alle lezioni in qualità di tutor Banca Carige, Banca di Credito Popolare, Banca Popolare di Cividale, Banca Popolare di Puglia e Basilicata, Banca Popolare Pugliese, Banca Sella, BCC di San Marzano, BPER Banca, BTL Banca dei Territori Lombardi, BVR Banche Venete Riunite, Credito Valtellinese e Santander Consumer Bank.
Un altro tema su cui la Fondazione è spesso chiamata a svolgere interventi è quello relativo alla sicurezza online intesa sia come prevenzione delle frodi sia come buone pratiche che tutti i cittadini possono mettere in atto. Questo tema, acuito peraltro con la diffusione di modalità sempre più sofisticate di raggiro degli utenti con la pandemia Covid19, trova molto interesse sia nell’ambito di iniziative rivolte al pubblico scolastico, sia presso il pubblico adulto.
Un ulteriore argomento che viene proposto nell’ambito del filone di educazione al denaro digitale è quello delle criptovalute. Questo tema incontra sempre più curiosità e interesse, anche in risposta alle frequenti campagne commerciali che vengono diffuse su mezzi di comunicazione “vicini” al pubblico degli adolescenti quali i canali social. Nelle occasioni in cui la Fondazione incontra i giovani, questi ultimi rivolgono domande che denotano una conoscenza pregressa dell’argomento. Tuttavia, si rileva come questa conoscenza sia assolutamente sommaria e influenzata da messaggi pubblicitari molto accattivanti che riescono a far presa sui ragazzi.
00:03:30 Esistono differenze di genere nell’approccio al tema finanziario? E con quali conseguenze in particolare per le donne?
Un dato ci deve fare riflettere in modo profondo: il divario tra uomini e donne è particolarmente forte nel profilo delle conoscenze, soprattutto tra quanti hanno bassi titoli di studio e risiedono nel Mezzogiorno e quindi risulta di particolare urgenza concentrarsi su questi aspetti. Vi è un’ampia letteratura che dimostra come a partire dall’adolescenza, sia i ragazzi sia le ragazze subiscono pressioni a conformarsi agli stereotipi di genere prevalenti nella società in cui vivono. Queste spinte alimentano lo sviluppo di comportamenti e competenze in linea con questi clichés e ciò determina una diversa attitudine nei confronti delle competenze in ambito finanziario: se andiamo a considerare il livello di alfabetizzazione della popolazione italiana, scopriamo poi che vi è una sostanziale parità tra uomini e donne, così come testimoniato dalla rilevazione della Banca d’Italia, che ha preso in considerazione il triennio 2017 – 2020. La ricerca mostra un altro aspetto fondamentale per capire quanto il processo di diffusione dell’educazione finanziaria possa e debba essere considerato come un veicolo di progresso culturale e sociale: circa il 33% delle donne rispetto al 26% degli uomini sottostima la propria competenza in materia economica pur raggiungendo punteggi sopra la media. Purtroppo, numerose ricerche testimoniano come la disuguaglianza di genere abbia costi sociali ed economici assolutamente rilevanti: secondo una ricerca del Boston Consulting Group le aziende con almeno il 30% dei dirigenti donne hanno un aumento del 15% della redditività rispetto a quelle con direttivi solo maschili e basta una sola donna in più nella squadra di manager per aumentare il rendimento di una azienda da 8 a 13 punti base. Ciononostante, il Rapporto annuale “Women in Business” 2021 di Grant Thornton in Italia evidenza come le posizioni di CEO occupate dalle donne siano scese al 18% rispetto al 23% registrato nel 2020, mentre In Europa la stessa posizione è occupata al 21% da donne.
00:05:42 I giovani e il rapporto con il denaro: come introdurre i figli all’educazione finanziaria e gli errori comportamentali da non commettere
La ricerca realizzata da AstraRicerche per l’Osservatorio sulle giovani generazioni evidenzia come la responsabilità della gestione del denaro in famiglia è affidata ai genitori. Ed è quindi attraverso la famiglia che passano comportamenti e informazioni: le famiglie riconoscono con un assenso quasi unanime (92%) l’importanza della formazione economica già alla fine delle scuole elementari. Nelle famiglie il metodo di insegnamento più applicato è l’educazione per simulazione, ossia insegnare ai bambini come porsi degli obiettivi di risparmio (66,8%), premiare con piccole somme il rispetto delle regole e il rendimento scolastico (65,8%) e parlare con loro della gestione del denaro. Lo strumento educativo invece più utilizzato è la “paghetta fissa” erogata in modo regolare: in questo modo si affidano ai bimbi una prima valutazione della spesa e del risparmio. Circa un quarto dei genitori usa la paghetta come unica modalità educativa, mentre il 41% ritiene più efficiente un approccio misto, con budget extra per le spese più importanti.
00:08:25 Come pensa possa evolvere lo scenario dei fondi d’investimento sostenibili nei prossimi anni?
La società digitale del prossimo futuro sarà caratterizzata da una crescente attenzione su tre concetti: impatto, sostenibilità e consapevolezza che sono anche i leitmotiv di una nuova economia, possibile solo se alla transizione tecnologica si accompagnerà un profondo cambiamento culturale, che non può prescindere dalle nozioni base di economia e da un corretto approccio all’educazione finanziaria. Il risparmio, uno dei numerosi ambiti nei quali noi italiani eccelliamo, ne è direttamente influenzato tanto che oggi purtroppo, al posto di essere correttamente impiegato, viene accumulato. Nell’ultimo anno le riserve degli italiani sono aumentate di quasi 100 miliardi (+4,83%), dai 1.913 miliardi di agosto 2020 ai 2.005 miliardi di agosto 2021 con un saldo attivo di oltre 68 miliardi (+6%) per le famiglie e quasi 42 miliardi in più nelle casse delle aziende (+12%). La consapevolezza economica, quindi, diventa indispensabile sia sotto il profilo strettamente personale del cittadino, sia sotto quello nazionale perché permette all’intero Paese per prosperare e innovarsi. I risparmiatori dotati di un’adeguata alfabetizzazione finanziaria registrano infatti rendimenti annuali superiori di circa lo 0,5%. Il motivo: riescono a evitare prodotti complessi e costosi e sono in grado di individuare un corretto grado di rischio del portafoglio di risparmio. Inoltre, secondo la Banca d’Italia, le persone in grado di controllare le proprie possibilità di spesa mostrano una maggiore propensione alla progettualità economica e si cautelano contro l’incertezza lavorativa e sanitaria futura.
Conosciamo meglio Giovanna:
00:11:00 Giovanna, il progetto Inspiring People Daily che conduco, mira a conoscere qualcosa di più personale dei nostri ospiti, che possa ispirare nuove generazioni. Che consiglio darebbe ad uno studente che volesse intraprendere il tuo percorso professionale?
00:12:20 1 libro che consiglia assolutamente di leggere nel 2022
00:13:44 1 persona che la ispira/da cui ha tratto ispirazione nella sua vita
00:14:42 Mi racconta un suo desiderio per il futuro?

Giovanna Boggio Robutti
Ha iniziato la sua carriera professionale nel 1983 ricoprendo incarichi di responsabilità nell’ambito della comunicazione di impresa in aziende multinazionali nei settori industriale, assicurativo e finanziario. Nel 2004 è entrata nel Consorzio PattiChiari per gestire i progetti di marketing territoriale e dal 2010 al 2014 è stata Responsabile dei programmi di Educazione Finanziaria.
Dal novembre 2014 ricopre la carica di Direttore Generale della Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio, costituita dall’Associazione Bancaria Italiana per contribuire alla diffusione di competenze di cittadinanza economica presso la popolazione italiana, con particolare attenzione verso i giovani e la fascia di popolazione più fragile, quale quella femminile. In questa veste partecipa attivamente al dibattito nazionale sulla diffusione dell’educazione finanziaria attraverso articoli e testimonianze sui mezzi di comunicazione e interventi a convegni e tavole rotonde.
Dal 2021 fa parte del Comitato Scientifico della Scuola Politica Vivere nella Comunità, fondata dai professori Sabino Cassese e Pellegrino Capaldo per dare opportunità di formazione, politica e culturale, a giovani di talento, puntando su competenza e meritocrazia, mettendo in contatto questi giovani con le migliori figure del nostro Paese.
Dal dicembre 2021 è inoltre componente del Board di Fondazione Generation Italy (McKinsey&Company).