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Rossella Guido

Make-up sostenibile: i migliori brand italiani

by Rossella Guido
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Le opportunità di un settore in crescita

Secondo i dati forniti da Cosmetica Italia, l’associazione nazionale delle imprese cosmetiche, lo scorso anno, questo mercato ha superato in Italia il miliardo di euro, pari al 10% del più ampio mercato cosmetico italiano. E ha contato circa 2mila lanci di cosmetici naturali.

Avete sicuramente sentito parlare di “cosmetici eco-bio” e probabilmente avete già capito da soli cosa sono. Ma non sempre le parole esprimono davvero il concetto che sembrano indicare, quindi è bene imparare comunque. Possiamo dire che un prodotto (anche di bellezza) si chiama “eco” quando è totalmente ecologico ed esclude derivati da sostanze chimiche o petrolifere. E’ “bio” quando sono esclusi elementi velenosi come pesticidi o come allergeni. Un prodotto che è “eco-bio” indica una qualità e purezza molto alta e quindi una certezza per quanto riguarda la salute e il rispetto della natura.

Cos’è l’INCI

Per orientare la scelta di questi prodotti ci si può aiutare con l’etichetta INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) solitamente scritta in latino e in inglese per i prodotti naturali per le parti chimiche, se presenti. Se il prodotto è davvero eco-bio non dovrebbe avere didascalie in inglese. Se la lista è breve ed è in latino, il prodotto è naturale al 100%, se è troppo lunga (aggiunta di integratori o fortificanti…) e contiene termini in inglese non c’è da fidarsi.
Per i prodotti eco-bio sono italiane, oltre all’INCI anche le certificazioni, ICEA Bioagricert e CCPB.

Ottime aziende eco-bio in Italia

In Italia ci sono molte aziende eco-bio che si occupano di prodotti per il corpo, vista la nostra lunga tradizione di studio delle erbe medicinali e della cosmesi naturale. Ci sono aziende come la Pilogen Carezza che sono attive dal 1898, altre che si sono formate negli anni settanta dopo il ritorno alla vita nei campi, altre che inseguono da pochi anni il sogno moderno dell’ecologico. Ma tre aziende italiane mi hanno particolarmente colpita.

Alkemilla ha sede in provincia di Taranto ed è un’azienda che da sempre ricerca rimedi naturali. I prodotti di questa azienda coprono tutto, dai capelli al viso e al corpo, sono certificati e controllati contro gli allergeni e riportano un indice di “materie prime” a cui fare riferimento per avere chiara l’idea del lavoro del gruppo.

Bioearth, è un’azienda che ha sede in provincia di Parma ed esiste dal 1997, è a conduzione familiare e molto attenta ai principi ecologici. Un’attenta selezione dei materiali da utilizzare, sono completamente naturali e privi di pericolosi elementi allergici, rendendola tra le più affidabili. Il sito offre anche un blog molto competente sulle materie prime utilizzate.

Biofficina Toscana, dall’idea di due donne è nata l’azienda con sede a Lucca e Siena, che produce cosmetici per uomo, donna, bambino, viso, corpo, capelli, e anche per la casa. I materiali utilizzati per la creazione dei prodotti sono principalmente erbe ed estratti di erbe originari della Toscana, a km 0, tra cui uva, kiwi, cipresso e bacche. Grazie alle api che in Toscana vengono allevate un po’ ovunque, l’azienda vende prodotti realizzati con miele prodotto direttamente in Italia.

Lo standard COSMOS

Lo standard COSMOS certifica prodotti cosmetici finiti e materie prime ad uso cosmetico, formulati con l’impiego di ingredienti biologici e/o sostanze chimiche di origine naturale. E’ nato dalla collaborazione tra i principali organismi di certificazione e le organizzazioni internazionali del settore, tra i quali BDIH (Germania), COSMEBIO (Francia), ECOCERT (Francia) e SOIL ASSOCIATION (Regno Unito).
Lo standard prevede due livelli di certificazione per i prodotti ORGANIC e NATURAL.
COSMOS ORGANIC richiede che almeno il 20% del totale degli ingredienti provenga da agricoltura biologica, ad eccezione dei prodotti da risciacquo e dei prodotti che contengono almeno l’80% di ingredienti di origine minerale, nel cui caso il limite e 10%. Gli ingredienti di derivazione agricola fisicamente trasformati presenti in formula devono essere da agricoltura biologica almeno per il 95%.
COSMOS NATURAL richiede che tutti i parametri dello standard vengano rispettati, ad eccezione del contenuto di biologico che può essere presente ma non in una percentuale definita.

Ciclo di vita di un prodotto cosmetico: quali aspetti considerare?

Quando si parla di make-up sostenibile si devono necessariamente considerare anche 5 punti chiave verso cui porre molta attenzione:

1. La Produzione

Dall’estrazione delle materie prime alla fabbricazione del prodotto, alla distribuzione, all’uso e allo smaltimento ridurre l’impatto dell’industria cosmetica è possibile.
Gli obiettivi delle singole aziende dovrebbero prendere in considerazione la riduzione del consumo di acqua ed energia così come i rifiuti, riducendo in generale l’impronta di carbonio e ottenere più materiali da fonti sostenibili;

2. La Formulazione del prodotto

I prodotti cosmetici devono essere conformi ai requisiti della legislazione sui cosmetici: Direttiva 76/768/CE14 e il regolamento 1223/200915. Oltre ai requisiti legislativi le aziende possono richiedere ai fornitori il grado di biodegradabilità, il potenziale di bioaccumulo e la tossicità acquatica delle materie prime utilizzate; i calcoli a livello di formula danno l’opportunità di ottimizzare ogni prodotto per impatto ambientale;

3. Il Packaging

Gli imballaggi danno un contributo prezioso alla sostenibilità economica, ambientale e sociale attraverso la protezione dei prodotti, prevenendone così la perdita e il degrado. Il suo ruolo fondamentale è quello di consegnare il prodotto al consumatore in perfette condizioni. In molti prodotti cosmetici, l’imballaggio è anche fondamentale per l’applicazione e funzione del prodotto in uso. Per alcuni prodotti, esso svolge anche un ruolo chiave nel rendere l’intero prodotto/confezione attraente, desiderabile e accettabile per il consumatore, contribuendo al suo senso di autoimmagine e di benessere. La sfida per il designer di imballaggi è quella di mantenere o migliorare l’accettazione e l’impatto del packaging per sostenere gli obiettivi di sostenibilità.
Nell’Unione europea, gli imballaggi sono principalmente regolati dalla direttiva sugli imballaggi che stabilisce regole comuni. La direttiva contiene dei requisiti essenziali, il cui scopo è quello di: mantenere il peso e il volume degli imballaggi al minimo necessario per la sicurezza, l’igiene, mantenere al minimo i componenti nocivi o pericolosi minimo, e garantire che l’imballaggio possa essere riutilizzato e/o recuperare una volta che è stato utilizzato.

4. La Distribuzione

Il trasporto di ingredienti, materiali, imballaggi e prodotti è una componente importante del ciclo di vita dei prodotti cosmetici. Con il carburante che rappresenta per almeno il 30% dei costi operativi di trasporto e la crescente pressione per ridurre le emissioni di CO2 c’è una reale opportunità di migliorare l’impatto attraverso l’uso della tecnologia nell’industria cosmetica riducendo il consumo di carburante e migliorando la pianificazione

5. Fase post-utilizzo: raccolta, recupero e smaltimento degli imballaggi

Non esiste una soluzione unica per la gestione dei rifiuti di imballaggio. Le scelte dei materiali e il design devono essere tali da incoraggiare e permettere ai consumatori e ai comuni di massimizzare la raccolta e lo smaltimento appropriati. Tuttavia, la raccolta dipende da diversi fattori al di fuori del controllo della catena di fornitura degli imballaggi: consapevolezza dei consumatori, adeguata rotazione delle scorte nei negozi, un’efficiente gestione promozionale, previsioni e controllo delle scorte, demografia locale, disponibilità di tecnologie efficienti di recupero e riciclaggio, ecc.
Le aziende possono sostenere una maggiore consapevolezza partecipando o avviando campagne campagne educative. Devono collaborare con le associazioni nazionali per progettare la soluzione più adatta ad un particolare problema in una data regione.

Cosa posso fare come consumatore?

L’indagine 2020 sulla sostenibilità e le preoccupazioni ambientali #WhoCaresWhoDoes, realizzata da GfKsottolinea un numero crescente di consumatori che stanno cambiando le proprie abitudini d’acquisto per effetto della crescente sensibilità ai temi ambientali. 

I consumatori italiani si mostrano attenti alla sostenibilità e questo approccio implica un cambio di rotta da parte delle aziende. 

  • il 30% dichiara di evitare i prodotti con imballaggi in plastica 
  • il 36% ha smesso di comprare alcuni prodotti a causa del loro impatto negativo sull’ambiente 
  • il 62% degli italiani preferisce comprare prodotti di aziende che dimostrano attenzione all’ambiente 

Nel corso di una pandemia globale, in cui l’emergenza ha posto al centro tematiche come l’igiene e la sicurezza sociale, i consumatori sono sempre più convinti che i propri comportamenti di acquisto possono avere un impatto sull’ambiente e pertanto prediligono aziende che mettono in pratica azioni sostenibili. 

Conclusioni

Il futuro dell’industria cosmetica è green, ma creare prodotti con solide performance ambientali non è una questione semplice: la sostenibilità deve entrare in ogni fase, dalla formulazione all’uso del prodotto passando per la distribuzione, senza cadere nelle facili trappole del greenwashing o nel rincorrere l’impiego di prodotti naturali se poi questi causano un maggiore uso di energia e risorse degli equivalenti sintetici.

References

World Business Council for Sustainable Devolopment – https://www.wbcsd.org/

Communication from the Commission: Europe 2020 – A strategy for smart, sustainable and inclusive growth

UNEP, SETAC, CIRAIG, FAQDD and the Belgian Federal Public Planning Service Sustainable Development: Guidelines for social life cycle assessment of products www.unep.org


Credits

@Ideazione Inspiring People Daily

@Progetto Fotografico Atipica Photography by Alessia De Gaspari

@Makeup artist Erika Pillon

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