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Paola Turani

Tra la teoria e la pratica c’è Paola Turani

by Rossella Guido
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Milano City Life Shopping District

Conoscere le persone è una delle avventure più ricche e complesse del pensiero umano.

Per la prima volta nella storia la nostra immagine pubblica si delinea continuamente e si evolve fondendosi con quella privata.

La dicotomia pubblico-privato si fa sempre più labile, capire i confini tra l’immagine che lasciamo apparire e chi siamo davvero, è un rebus moderno.

Che cos’è reale e cosa non lo è? cisonopersone che ispirano altre alla possibilità che si possa rompere il velo dell’immagine vanagloriosa ed essere amati genuinamente.

Una di queste è Paola Turani, una delle più note influencer dell’universo moda italiano.

Se non la conoscete è perché l’algoritmo di propagazione delle informazioni non vi segmenta, una condizione spesso sottovalutata: come si può parlare o anche solo conoscere qualcosa se un algoritmo ha già scelto per noi? Questa è materia per esperti, e se scrivete e parlate di social, di digital e di storytelling solo teoricamente dovreste farvi un giro sul suo profilo Instagram da 650mila followers ed imparare con le sue storie ad usarli nella pratica reale.

Che cosa rende Paola Turani così amata? Si, d’accordo è bellissima, ma non si può liquidare così l’affetto quotidano che le dimostrano e la fila per salutarla che ho visto durante un momento dell’inaugurazione del CityLife Shopping District.

Nel suo caso non è solo un selfie: è partecipazione, non è solo immagine: è identificazione nel suo percorso che non esclude inciampi, non è certamente presenzialismo ma ammirazione della sua personalità che non è replicabile.

Paola si dona, si racconta e quando incontra le persone s’interessa, chiede ed è vivacemente curiosa, ognuno ha la sensazione di avere un rapporto univoco che rende ancora più forte l’interesse a continuare a sostenerla.

Quando si discute se assumere o meno un influencer in una redazione vedo storcere qualche naso come fosse un’accezione negativa legarsi ad una singola persona che ha un seguito non controllabile. Eppure molte aziende sottovalutano la possibilità di capitalizzare la loro capacità di parlare a un pubblico selezionato, con caratteristiche socio-demografiche e abitudini di consumo molto ben delineate e, soprattutto, quella di orientarne le scelte d’acquisto. Fiducia e reputazione laddove i messaggi delle aziende appaiono distanti e preconfezionati sono driver dei consumi, la voce degli influencer assomiglia sempre di più a quella della common people, con cui è più semplice immedesimarsi.

Naturalmente bisogna saperli scegliere e Paola rappresenta una nuova generazione che unisce personal branding a vita reale.

La vera chiave di lettura sarà capire come deciderà Paola di utilizzare queste doti per il suo futuro, naturalmente io le auguro di avere sempre in mente che nell’evoluzione individuale sia sempre lei padrona delle sue scelte, oltre il luccichìo dei gala dinner, delle ospitate e delle seduzioni dell’effimero, ma per quello che ho visto i presupposti ci sono tutti, in bocca al lupo Paola e buona vita.

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