La storia di Alberto Albieri è quella di una folgorante scoperta: un viaggio di lavoro lo ha catapultato in un mondo diverso, la possibilità di agire concretamente per garantire l’accesso permanente al cibo alle popolazioni più in difficoltà del nostro pianeta.
Alberto, oggi Presidente di Rise Against Hunger Italia, è un uomo d’azienda: in qualità di manager della multinazionale Phenomenex, ha sempre operato in contesti internazionali con l’obiettivo di far crescere le strutture, formare le persone e ampliare i risultati di business.
In uno dei suoi viaggi di lavoro, ha assistito al metodo di confezionamento di razioni di cibo ed ha cominciato ad immaginare un mondo senza fame, nell’arco di questa generazione, entro il 2030.
La nascita di Rise Against Hunger Italia
Nel 1998 Ray Buchanan, un ministro metodista che ha iniziato negli Stati Uniti il suo programma di imballaggio di pasti fondando l’organizzazione no profit Stop Hunger Now.
Nel 2012 è nata la sede italiana che è diventata il referente per tutte le iniziative in Europa.
Nel 2017 Stop Hunger Now ha cambiato nome diventando Rise Against Hunger. Oggi Rise Against Hunger è presente negli Stati Uniti, in Italia, in Sud Africa, Malesia, India, Filippine e Perù.
Dal 2005 ad oggi ha realizzato e distribuito oltre 365 milioni di pasti in 74 paesi nel mondo a sostegno dei programmi di scolarizzazione e in risposta a gravi emergenze umanitarie.
Cibo: il bisogno più immediato
Gli eventi di Confezionamento RAH Italia rappresentano un’occasione di sensibilizzazione, di azione concreta e di team building aziendale. Pone inoltre particolare attenzione all’eliminazione degli sprechi della distribuzione attraverso una capillare rete di partner.
Tra gli obiettivi dell’associazione risaltano in primo piano lo sviluppo di programmi di aiuti alimentari che insieme alla distribuzione di cibo, prevedano interventi mirati ad aiutate le comunità afflitte dalla piaga della fame a causa dell’estrema povertà ed a seguito di emergenze, guerre e calamità naturali.
Il punto chiave della necessità di incrementare l’autoaffermazione delle comunità attraverso l’implementazione di altre attività per generare redditi dall’agricoltura e dall’allevamento è stato recentemente sancito anche dagli studi dell’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (FAO), che dimostrano come gli investimenti in agricoltura siano cinque volte più efficaci nel ridurre fame e povertà rispetto agli investimenti in qualsiasi altro settore.
La fame non è un problema tecnico
Ulteriori studi condotti da Action Contre la Faim indicano che abbiamo le risorse tecnologiche per sfamare i 10 miliardi di persone sul pianeta che ci accingiamo a diventare secondo le stime, entro il 2050.
Eliminare i conflitti internazionali che sono all’origine del problema e creare le condizioni affinché la popolazione possa avere accesso al cibo e coltivarlo, è la soluzione principe per rimuovere questa piaga.
Il sogno di Alberto
Sono sempre le persone a fare la differenza e quando ho incontrato Alberto mi è parso immediatamente chiaro che anche gli obiettivi che ci sembrano più difficili da realizzare possono trovare vita grazie all’impegno e alla passione di chi quotidianamente s’impegna per creare le risorse e le condizioni di messa in pratica delle idee.
Capire quali siano le caratteristiche individuali delle persone che portano avanti queste idee e trovare coordinate comuni che siano d’ispirazione per tutti noi è lo scopo del progetto #cisonopersone.
Nel racconto di Alberto, nel suo sogno e nel suo vissuto c’è scritto il senso del suo divenire.
#2030ispossible
Enjoy the interview 🙂
Riferimenti:
Rise Against Hunger Italia website
Report 2018, Food and agriculture data, Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (FAO)
Report 2016, Financing Global Nutrition Targets: ACF Statement,Action Contre la Faim
* curiosità:
1 sacchetto è formato da 6 razioni contenenti: riso, farina di soia esente da Ogm, 6 vegetali e 21 vitamine e minerali. Il sacchetto sigillato dura dai 18 ai 24 mesi.
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