Home Digital Transformation Video intervista a Giuseppe Celestino: la Undici Edizioni, il Writing Planner e i termosifoni agli eschimesi.
Giuseppe Celestino, Undici Edizioni

Video intervista a Giuseppe Celestino: la Undici Edizioni, il Writing Planner e i termosifoni agli eschimesi.

by Rossella Guido
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Giuseppe Celestino è un imprenditore che ha sperimentato sin da giovanissimo la difficile e meravigliosa arte di appassionarsi ad un’idea e vederla realizzata in una propria attività, con l’aggiunta di non provenire da una famiglia a vocazione imprenditoriale, per cui possiamo a tutti gli effetti definirlo uno spirito innovatore.

In qualità di Direttore Editoriale di Undici Edizioni oggi rischia in prima persona e continua ad avere una visione molto chiara di quello che desidera diventi il progetto: sviluppare la casa editrice, avere la rivista on line, aprire librerie Undici brandizzate, un Writing Planner in ogni ufficio e un’espansione estera.

Se in due anni la casa editrice ha raggiunto i risultati che avevano previsto in cinque, c’è ragione di credere che li realizzerà.

Quotidianamente insieme al suo socio Maurizio Roccato, si occupano degli Autori, li seguono in un modo che sembra ormai desueto, assuefatti come siamo dalle case editrici che richiedono contributi a pagamento di ogni sorta e che d’impresa con filosofia aziendale hanno ben poco.

Leggere
Durante l’intervista oltre a spiegarmi la nuova figura professionale del Writing Planner, ho incontrato un appassionato vero del suo lavoro che sa di muoversi in un territorio costantemente minato: secondo l’Istat i lettori sono ancora in calo, passati dal 42,0% della popolazione di 6 anni e più del 2015 al 40,5% nel 2016. Si tratta di circa 23 milioni di persone che dichiarano di aver letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti l’intervista per motivi non strettamente scolastici o professionali.

“Sai, è come vendere termosifoni per un igloo: all’interno c’è una barriera termica naturale, non hanno bisogno di calore. Diffondere cultura e vendere libri è un pò come cercare di far venire freddo agli eschimesi: far venire voglia di leggere laddove non c’è più un bisogno quotidiano”

La modesta propensione alla lettura nel nostro paese è determinata da vari fattori, tra i quali spicca, oltre al livello culturale, una mancanza di efficaci politiche scolastiche di educazione alla lettura.
La maggiore possibilità di avere accesso ai contenuti in varie forme digitali determina un sostanziale paradosso con la diminuzione del prodotto libro a meno che non sia il frutto di un momento di moda o di un personaggio già noto.

Per le generazioni del mezzo secolo scorso o più, la lettura è stata un dato di scoperta, di emancipazione e di apertura al mondo, sostanzialmente indispensabile.

KindleIo amo le diverse modalità di fruizione moderna, dal link digitale, all’e-book, all’acquisto online: mi permettono una connessione sensoriale con gli argomenti impensabile fino a qualche anno fa, ma conosco anche il piacere della lettura cartacea senz’altra forma di distrazione, quando le pagine dovevano essere vissute una alla volta ed il pensiero volava tra le pieghe dei fogli creando mondi e formando personalità e sogni.

Non v’è dubbio alcuno che la lettura, oltre ad aprire una diversa finestra sul mondo, consenta di avere una visione più ampia in termini di approccio rispetto ad un’incessante visione parziale di accesso alle informazioni, dove i confini sono più labili e dove in assenza di una capacità di approfondimento si diventa più facilmente manipolabili.

Lo testimonia il crescente ruolo delle fake news nei media, nella letteratura e nella cultura di massa e la mancanza di competenze che aiutino ad individuarle.

La conoscenza è il luogo delle domande e delle risposte che aprono a nuove domande.

Alcuni studiosi sostengono che i cambiamenti tecnologici aumentino l’esposizione a diverse prospettive, mentre altri temono che aumentino la segregazione ideologica. In generale la loro pervasività è tale da aver creato un nostro avatar con una second life che estende la nostra esistenza corporea, destinato a svilupparsi ed evolvere.
Avere la possibilità di confrontarsi con realtà come la Undici Edizioni che mette al centro la persona e l’idea di cui è portatore, mi fa essere ottimista sulla possibilità che questa evoluzione vada nella direzione di una concreta crescita culturale, di cui possano beneficiarne tutti.

P.S. Perché 11?

È il numero della mia vita

11 in effetti è un numero maestro: considerato come la via della maturità spirituale e della conoscenza è associato a una forte intuizione e una grande apertura mentale. Chi ama la numerologia si può divertire a proseguire…

Enjoy the interview 🙂


Riferimenti:

  • Istat, “La produzione e la lettura di libri in Italia” – 27 dicembre 2017
  • Blogmeter, “Italiani e Social Media” – Report edizione 2017
  • Seth Flaxman, Sharad Goel, Justin M. Rao – “Filter Bubbles, Echo Chambers, and Online News Consumption”  – Public Opinion Quarterly, Volume 80, Issue S1, 1 January 2016, Pages 298–320
  • Stella Renato, “Sociologia delle comunicazioni di massa”, UTET Università, 2012

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